DELL’ORROR NON V’È TRACCIA

con Stefano Beghi e Stefano Panzeri.
tratto da un racconto di Matteo Rinaldi
musiche e suoni Marco Prestigiacomo

Mario e Francesco, stanno combattendo la Prima Guerra Mondiale. Sono fratelli, ma portano divise di colore diverso.
I due si sono salutati nel 1914, quando Francesco si è arruolato volontario nell’esercito francese. Mario invece indossa la divisa grigioverde della fanteria italiana… ma che ci fanno insieme?

LA STORIA

Mario e Francesco sono due fratelli, e come molti fratelli fanno, si scattano una fotografia.
Oggi è un’immagine crepata dal tempo, in bianco e nero. I due hanno indosso divise e onorificenze, sul viso i baffetti curati che non lasciano dubbi: è il 1918 e quei due uomini, Mario e Francesco, stanno combattendo la Prima Guerra Mondiale. Sono fratelli, ma portano divise di colore diverso.
I due si sono salutati nel 1914, quando Francesco si è arruolato volontario nell’esercito francese. Mario invece indossa la divisa grigioverde della fanteria italiana…

Due fratelli divisi da una guerra che non trova soluzioni facili, una guerra, che per la prima volta nella storia, cancella quasi del tutto un’intera generazione di giovani in tutta Europa.

Eppure quella foto li ritrae insieme, con lo sguardo fiero e speranzoso, mano nella mano come quando erano bambini.
Quel che rimane dei 4 anni di guerra di Mario e Francesco sono quella fotografia, e una lettera datata giugno 1918. È scritta da Francesco, il fratello più grande. Essa recita: “Da tre giorni sono in prima. Va assai bene…”.

Quella lettera e quella fotografia hanno acceso la curiosità di Matteo (il nipote di Mario), che ha scelto di ricostruire la storia del nonno soldato che è morto prima di poter raccontare.

Grazie al lavoro di Matteo, dalle campagne del Monferrato di fine ‘800 e attraverso i confini e gli anni della Grande Guerra, questa storia è arrivata fino a noi.

La chiamata alle armi, le speranze, le aspettative prima; le trincee di due diversi fronti, le battaglie, e i milioni di morti dopo. L’esperienza dei due giovani è impregnata dell’orrore della guerra, ma quella foto ci racconta qualcosa di diverso. Un sorriso, gli occhi lucidi, una speranza, un momento di pace vera.

In quella foto, davvero, dell’orror non v’è traccia, ma è grazie a quella foto che capiamo davvero l’assurda brutalità di quella guerra.

Dal materiale raccolto, Matteo Rinaldi ha steso un racconto ricco di storia e di umanità. Karakorum Teatro ha deciso di trasformare quel racconto in un spettacolo a due voci. Attraverso la narrazione degli eventi (quelli grandi della guerra mondiale e quelli piccoli di due giovani fratelli in cerca l’uno dell’altro), si offre al pubblico un’occasione per ricordare ciò che è accaduto e riflettere sul nostro mondo contemporaneo che, nonostante tutto, continua a nasconderci la verità sulla guerra. Anche oggi, come allora, la guerra non è che una faccenda politica, economica, ideale… ma dell’orrore che rappresenta, continua a non esserci traccia.

Il reading, musicato dal vivo da un musicista e rumorista, ha un ritmo molto incalzante e usa un linguaggio semplice e ricco d’immagini. La musica aiuta il pubblico a cogliere le sfumature emotive della vicenda e, in un continuo gioco di ritmi e rumori, sostiene gli attori nel rendere vivo il racconto sulla scena.

Lo spettacolo è particolarmente adatto anche agli studenti delle scuole medie e superiori.

Durata 45′.